Sculture
Il progetto dell’Ottaviano Augusto nasce nel 2010 dalla profonda passione di Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga per la storia, la scultura antica e il vetro.
Ispirato dalle opere in bronzo di Ferdinand Barbedienne (1810 – 1892), a loro volta copie del classico, Giberto ha voluto sperimentare le potenzialità del vetro. Affidandosi all’abilità del Maestro muranese Giorgio Giuman, esperto nell’antica pratica della cera persa, Giberto ha superato le difficoltà tecniche ed i limiti fisici di questa materia.
I busti di Ottaviano Augusto riflettono dunque la volontà di considerare il vetro come un materiale della scultura a tutti gli effetti. Il processo creativo di queste opere è infatti assai complesso: da un primo calco viene tratta una versione in cera che è inserita a sua volta in un contenitore in acciaio e ricoperta di gesso liquido. Appena solidificata la forma viene posta nel forno; qui la cera si scioglie rivelando il negativo. In questo “stampo”, fedele alle forme dell’originale, viene infine colato il vetro incandescente che sarà temprato in un forno apposito per tre giorni.
Ottaviano Augusto è stato realizzato nelle varianti in vetro cristallo, nero ed ambra alla quali, nel 2021, si è aggiunta la versione in avventurina.
ESPOSIZIONI:
Nel 2021 le cinque versioni dell’Ottaviano Augusto (ambra, cristallo, bronzo, avventurina e cera) sono esposte alla mostra VITREA. Vetro italiano contemporaneo d’autore, a cura di Jean Blanchaert presso la Quadreria di Triennale a Milano (5 maggio – 22 agosto 2021).
Nel settembre 2017, in occasione della prima edizione di The Venice Glass Week, le tre versioni dell’Ottaviano Augusto (ambra, bronzo e cristallo) sono presentate alla Galleria Palwer, Venezia.
Nel 2016 l’Ottaviano Augusto ambra è esposto alla mostra Arte del Vetro Oggi in Italia, a cura di Jean Blanchaert presso la Villa Necchi Campiglio a Milano e la Villa dei Vescovi (25 maggio – 11 settembre 2016) a Luvigliano (Padova), esposizione sostenuta dal FAI e della Fondazione Cologni (Catalogo Skira, Milano).
Tecnica: cera persa
Materiale: vetro
Anno: 2010, 2021
Misure: 46.5 x 35 x 22 cm
Colore: cristallo, ambra, nero, avventurina
Peso: 21 kg
Nota: la base è parte integrata dell’opera e non è separabile dal busto
Edizione limitata di 9 per ciascun colore
Prezzo su richiesta
È stato un incontro casuale e fortunato quello tra Adam Lowe, fondatore di FACTUM ARTE e Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga. Adam, colpito dal busto in vetro ambra dell’imperatore Ottaviano Augusto realizzato da Giberto con l’antica tecnica della cera persa, gli mette a disposizione le sue altissime competenze tecnologiche per la realizzazione di un’ulteriore copia da un capolavoro antico.
La scelta di entrambi cade su un capolavoro del Neoclassicismo: Paolina Bonaparte magistralmente ritratta da Antonio Canova (1805-1808) come Venere vincitrice – col pomo della vittoria nella mano sinistra – in una posa di straordinaria modernità. Paolina Borghese, oggi conservata presso la Galleria Borghese di Roma, è un’opera d’immenso fascino, più volte replicata in marmo, gesso o bronzo quale prezioso ricordo del Grand Tour, ma che mai era stata riprodotta in vetro.
Nasce dunque quest’inedita versione del capolavoro canoviano: una scultura in vetro cristallo sabbiato, materiale dall’intensa luminosità che esalta ancor più la sensualità delle forme della Principessa Borghese.
Tecnicamente la Paolina Borghese è frutto di un processo assai complesso: il primo passaggio è una scannerizzazione puntigliosa dell’originale, possibile solo grazie agli strumenti altamente sofisticati appositamente sviluppati da Factum Arte, società leader nel mondo per la riproduzione digitale di facsimili di opere d’arte. Previa autorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della stessa direzione della Galleria Borghese, infatti, Giberto e Adam hanno trascorso tre notti al Museo a porte chiuse per ottenere un rilievo completo del marmo. In seguito, presso le officine di FACTUM ARTE a Madrid, i dati della scannerizzazione sono stati tradotti in una copia in silicone e in scala 1:2 perfettamente rispondente all’originale.
Il silicone della Paolina Borghese giunge a Murano, presso la fornace del Maestro Giorgio Giuman che ne realizza una versione in negativo in una gomma tecnica nella quale viene colata la cera. A sua volta la scultura in cera viene posta in un contenitore in acciaio e coperta di gesso liquido. Appena solidificato il gesso, appositamente forato, viene posto nel forno dove la cera si scioglie rivelando il negativo. Questo “stampo”, fedele alle forme della Paolina Borghese di Canova, viene poi trasportato in una fonderia ad Empoli dove Giorgio Giuman con Giberto cola il vetro al piombo nella forma in gesso, appositamente preriscaldata. Per poter temperare correttamente il vetro – 70 kg circa di materiale – la scultura deve riposare a temperatura controllata e in un forno a lei dedicato per un mese. Passato questo tempo l’opera viene riportata a Murano dove viene pulita, epurata dalle imperfezioni e preparata per l’ultimo passaggio, la sabbiatura, che dona all’oggetto l’effetto “ghiaccio”.
ESPOSIZIONI:
Nel 2018 le tre versioni della Paolina Borghese – cera, gesso e vetro – sono acquisite dal Victoria and Albert Museum di Londra ed esposte permanentemente nelle Cast Courts.
Nel 2017 le tre versioni della Paolina Borghese sono esposte alla mostra Divina Paolina, a cura da Mario Guderzo presso il Museo Antonio Canova a Possagno (8 novembre 2017 – 28 ottobre 2018).
Nel settembre 2017, in occasione della prima edizione di The Venice Glass Week, la Paolina Borghese è presentata alla Galleria Palwer, Venezia.
Nel 2016 Paolina Borghese è parte di A world of fragile parts, partecipazione del Victoria and Albert Museum alla XV edizione della Biennale di Architettura – Reporting from the Front (Venezia, Arsenale, 28 maggio – 27 novembre 2016).
Tecnica: cera persa
Materiale: vetro
Misure: 98 x 36 cm
Colore: cristallo sabbiato
Peso: 77 kg
Edizione Limitata di 9
Prezzo su richiesta
Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga ha ereditato dal padre, militare, il rigore e il senso della sfida, dalla madre la profonda fascinazione per l’estetica, coltivata fin dall’infanzia. Cresciuto in un palazzo affrescato da Tiepolo, circondato da oggetti preziosi, ha sviluppato un’innata propensione al bello che esprime anche nella sua pratica artistica. Il profondo legame con la sua città, Venezia, l’ha portato fatalmente ad avvicinarsi al vetro, prima con la creazione di alcuni oggetti per la casa e, successivamente con la realizzazione di sculture, spingendo la materia-vetro oltre i propri limiti fisici.
Lo splendido Putto dormiente rientra a pieno in questo meccanismo estetico e creativo: una scultura in marmo, ascrivibile alla cerchia di Bartolomeo Ferrari (1780-1844) che, giunto per linea ereditaria dai Papadopoli, antenati e grandi collezionisti, veglia da decenni sulla famiglia Arrivabene. Scelto come centrotavola per l’espressione soave e la tenera posa, trova nel vetro una lucentezza nuova e vibrante.
La prima replica del Putto dormiente, realizzata a Murano nell’estate del 2018, si deve ancora una volta alla sinergia tra l’ispirazione di Giberto e l’esperienza tecnica del Maestro muranese Giorgio Giuman che ricorre all’antico processo della cera persa.
EXHIBITIONS
Nel settembre 2018, in occasione della seconda edizione di The Venice Glass Week, la versione in vetro del putto è presentata negli spazi di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna in un proficuo dialogo con la collezione del museo e accompagnata da una lecture tra Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga, Gabriella Belli, Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, ed Adam Lowe, fondatore di FACTUM ARTE.
Tecnica: cera persa
Materiale: vetro di Murano
Anno: 2018
Misure: 43 x 27 x 27 cm
Colore: cristallo sabbiato
Weight: 16 kg
Edizione Limitata di 09
Prezzo su richiesta
Omaggio a Fontana, Burri e Manzoni
Nei primi mesi del 2017 Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga osserva con nuovo interesse l’opera di Lucio Fontana, soprattutto i Concetti spaziali: ovvero quell’idea e quella volontà di andare “oltre” lo spazio canonicamente inteso. Lo ritrova nei suoi viaggi a Buenos Aires dove l’artista visse e creò il Manifiesto Blanco, primo passo verso la teorizzazione dello Spazialismo.
Di ritorno a Venezia, Giberto riflette sulla possibilità di “tagliare” il verto, in omaggio al gesto del padre del movimento spaziale. Grazie alla collaborazione col Maestro vetraio Gianni Seguso, nel 2019 nasce l’Omaggio a Fontana, un vaso di grandi dimensioni sul quale sono incisi uno o più tagli profondi che fendono idealmente il vetro, svelando il colore interno del vaso stesso.
A dispetto della sua nomea di “città morta”, Venezia è ricca di occasioni legate al “contemporaneo”: ha straordinari musei ed ospita il grande evento della Biennale. Il confronto con l’arte moderna è proseguito dunque per Giberto sulla scia della folgorazione per l’opera di Piero Manzoni e di Alberto Burri, due artisti distanti nella propria pratica ma egualmente interessanti per le possibili varianti in vetro.
Il Maestro Seguso accoglie nuovamente la sfida e crea con Giberto l’Omaggio a Manzoni: un vaso di circa trenta centimetri, soffiato in vetro bianco e avvolto da una matassa di filamenti applicati a caldo, fino ad ottenere l’effetto degli Acrome manzoniani.
La ricerca su Burri non poteva che concentrarsi sul fuoco, l’elemento che lega indissolubilmente il vetro alle Combustioni dell’artista umbro. Sempre a Murano, e con l’esperienza tecnica di Gianni Seguso, nasce l’Omaggio a Burri, un vaso in vetro nero ricoperto da uno strato di polvere di vetro d’un rosso intenso. Da ultimo l’opera è ricoperta da applicazioni di vetro cristallo che mettono in evidenza la sovrapposizione dei piani cromatici, ricreando l’effetto delle plastiche di Burri.
I tre vasi sono in linea di continuità con la ricerca che Giberto porta avanti da anni: tradurre nel vetro capolavori consacrati della storia dell’arte. Un approccio che diventa anche una maniera differente per guardare all’arte stessa, osservandola da un punto di vista nuovo e originale, nonché un aperto omaggio alla millenaria tradizione del vetro muranese, capace – se sollecitato – di un rinnovamento costante.
ESPOSIZIONI:
Nel settembre 2019, in occasione della terza edizione di The Venice Glass Week, i tre vasi sono presentati negli spazi di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna in un proficuo dialogo con la collezione del museo. La mostra è accompagnata da una lecture tra Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga, Elisabetta Barisoni, Responsabile Galleria Internazionale d’Arte Moderna, e Luca Massimo Barbero, Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte presso la Fondazione Giorgio Cini e Presidente del Comitato Scientifico de Le Stanze del Vetro.
- Tecnica: vetro soffiato a mano
- Materiale: vetro di Murano
- Anno: 2019
- Misure: h 26, ∅ 20 cm
- Colore: nero e bianco con un taglio o nero e arancio con tre tagli
- Peso: 2 kg
Edizioni Limitata di 15
- Tecnica: vetro soffiato a mano
- Materiale: vetro di Murano
- Anno: 2019
- Misure: h 26, ∅ 20 cm
- Colore: bianco
- Peso: 2 kg
Edizioni Limitata di 15
- Tecnica: vetro soffiato a mano
- Materiale: vetro di Murano
- Misure: h 26, ∅ 20 cm
- Colore: nero, rosso e cristallo
- Peso: 2 kg
Edizioni Limitata di 15
Omaggio a Rothko, Venice Glass Week 2024.
Curated by Cristina Beltrami.
In occasione dell’ottava The Venice Glass Week, Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga ha creato una scultura che, nelle sue tre varianti cromatiche, intende rendere omaggio a Mark Rothko (1903-1970).
Padre per eccellenza del field painting, Rothko fu il protagonista del padiglione degli Stati Uniti alla Biennale del 1958 con opere che hanno segnato la storia dell’arte dando forma concreta alla tensione tra i diversi blocchi cromatici.
È a questo stesso sistema visivo che si ispirano le tre opere realizzate secondo una complessa tecnica di sovrapposizione: i tre “schermi” nascono dalla giustapposizione di due lastre di vetro fuso, sulle quali il colore è steso in ampie campiture e in seguito fissato da un passaggio di verniciatura. La tecnica pittorica abbinata alla trasparenza e alla natura fluida del vetro crea delle sfumature quanto mai prossime ai passaggi luministici e ai confini rarefatti dell’astrattismo di Rothko.
Da sempre affascinato dalla pittura astratta, Giberto – dopo i vasi dedicati a Manzoni, Fontana e Burri – celebra colui che del puro colore ha fatto il proprio strumento espressivo e lo fa in un materiale, il vetro, mutevole alla luce.
Le ragioni della scelta di Rothko sono molteplici: in primis l’occasione di rivedere numerose opere dell’artista nella recente monumentale retrospettiva parigina, la sua vicenda biografica – nato in Lettonia ed emigrato con la famiglia negli Stati Uniti – quanto mai prossima al tema di questa LX Biennale – Stranieri ovunque – e soprattutto la sua grande capacità di fare del colore una questione di spazio.
Dopo sei edizioni caratterizzate da mostre connesse con le realtà museali di Venezia nonché con la ricerca di forme e tecniche inedite e l’esperimento di riportare i vasi di Murano alla loro funzione primaria nella edizione dello scorso settembre, quest’anno Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga torna a dialogare con con la grande arte del Novecento e in un luogo iconico, come il Ponte di Rialto dove, dalla scorsa primavera, ha inaugurato uno spazio che porta il suo nome.
OMAGGIO A ROTHKO
- Tecnica: sovrapposizione di due piastre di vetro fuso e dipinto a mano
- Materiale: vetro fuso e vernice
- Anno: 2024
- Misure: 50×34 cm
- Colore: Blu, bianco, nero
- Peso: 8 kg
Pezzo unico
OMAGGIO A ROTHKO
- Tecnica: sovrapposizione di due piastre di vetro fuso e dipinto a mano
- Materiale: vetro fuso e vernice
- Anno: 2024
- Misure: 50×34 cm
- Colore: Giallo, arancione
- Peso: 8 kg
Pezzo unico
OMAGGIO A ROTHKO
- Tecnica: sovrapposizione di due piastre di vetro fuso e dipinto a mano
- Materiale: vetro fuso e vernice
- Anno: 2024
- Misure: 50×34 cm
- Colore: Verde, blu
- Peso: 8 kg
Pezzo unico